La principessa e il drago
Un Incontro Inatteso

Il vento ululava come un lupo affamato, sferzando le mura del castello. Tuoni rimbombavano nel cielo notturno, illuminando a intermittenza le torri con lampi accecanti. Dentro, la Principessa Isabella, con il cuore che le batteva all’impazzata, spiava dalla finestra. Vedeva le fiamme danzare in lontananza, un bagliore rosso e minaccioso che si avvicinava sempre di più. Il drago, finalmente, era arrivato.
Isabella non era una principessa come le altre. Non amava i balli, i vestiti sfarzosi o i principi azzurri. Preferiva i libri, le avventure e, soprattutto, conoscere il mondo al di fuori delle mura del castello. Aveva sentito storie di draghi fin da bambina, creature spaventose e distruttive, ma una parte di lei era sempre stata curiosa. Forse, pensava, c'era qualcosa di più in quelle bestie leggendarie di quanto si dicesse.
Il re, suo padre, era terrorizzato. Aveva mandato messaggeri in ogni angolo del regno, offrendo ricchezze e onori a chiunque avesse sconfitto il drago. Ma nessuno aveva avuto successo. Guerrieri coraggiosi, maghi potenti, persino cavalieri erranti erano stati respinti, bruciati vivi o semplicemente scomparsi senza lasciare traccia. La speranza si affievoliva di ora in ora.
Isabella, vedendo la disperazione negli occhi del padre e la paura nei volti dei suoi sudditi, decise di agire. Sapeva che affrontare il drago era folle, forse suicida, ma non poteva rimanere a guardare mentre il suo regno veniva distrutto. Prese una decisione audace: avrebbe parlato con il drago. Non lo avrebbe combattuto, non lo avrebbe sfidato. Avrebbe cercato di capire perché era venuto e cosa voleva.
Preparò uno zaino con pane, formaggio e una borraccia d'acqua. Prese anche il suo libro preferito, una raccolta di antiche leggende e storie di creature fantastiche. Si vestì con abiti semplici, adatti al viaggio, e uscì dal castello di nascosto, approfittando del caos e della confusione generale.
Il cammino verso la tana del drago fu lungo e difficile. Isabella attraversò boschi oscuri, superò montagne ripide e guadò fiumi impetuosi. Durante il viaggio, pensava a cosa dire al drago. Non sapeva cosa aspettarsi, ma era determinata a mantenere la calma e a mostrargli rispetto. Sperava che, in fondo al suo cuore di fuoco, ci fosse ancora un briciolo di umanità.
Finalmente, dopo giorni di cammino, arrivò alla grotta del drago. L'aria era calda e irrespirabile, impregnata di odore di zolfo. Davanti a lei, l'entrata della grotta si spalancava come una bocca oscura e minacciosa. Isabella si fermò, prese un respiro profondo e si fece coraggio. Era giunto il momento di affrontare il drago. Isabella entrò nella grotta, il cuore che batteva forte. La luce del sole non arrivava fin lì, e l'oscurità era quasi totale. Sentiva il respiro caldo del drago, un soffio potente che faceva tremare le rocce. Poi, lo vide. Era enorme, con scaglie rosse e dorate che brillavano nella penombra. I suoi occhi, grandi come scudi, la fissavano con intensità. Fumo usciva dalle sue narici, e un basso brontolio riempiva l'aria.
Isabella si fece avanti, lentamente, cercando di non spaventarlo. «Ciao,» disse, con voce tremante ma decisa. «Mi chiamo Isabella. Sono venuta per parlare con te.»
Il drago la osservò in silenzio per un lungo momento. Poi, con una voce profonda e cavernosa, rispose: «Parlare? Nessuno è mai venuto qui per parlare. Sono venuti solo per combattere e rubare.»
«Io non voglio combattere,» disse Isabella. «Voglio capire perché sei qui. Perché stai distruggendo il mio regno?»
Il drago sospirò, un suono che sembrava un terremoto. «Il tuo regno…» disse. «Il vostro regno ha dimenticato il patto. Molto tempo fa, i nostri antenati hanno fatto un accordo. Noi proteggevamo queste terre, e voi ci offrivate rispetto e… oro. Ma voi avete smesso di onorare l'accordo. Avete costruito le vostre case sui nostri antichi territori, avete inquinato i nostri fiumi con le vostre sporcizie. Avete dimenticato la nostra esistenza.»
Isabella ascoltò attentamente. Non conosceva questa storia. Nessuno le aveva mai parlato di un patto con i draghi. «Mi dispiace,» disse. «Non sapevo di questo patto. Ma se è vero, possiamo rimediare. Possiamo riparare i danni che abbiamo fatto.»
Il drago la guardò con sospetto. «Rimediare? Voi umani siete bravi a promettere, ma raramente mantenete le promesse.»
Isabella aprì il suo zaino e tirò fuori il libro di leggende. «Forse queste storie possono ricordarti i tempi antichi,» disse. «Sono piene di saggezza e di rispetto per la natura e per le creature magiche.»
Cominciò a leggere ad alta voce, con una voce chiara e melodiosa. Lesse storie di eroi e di draghi, di amicizia e di coraggio, di rispetto per l'ambiente. Mentre leggeva, notò che il drago si rilassava. Il suo respiro diventava meno affannoso, i suoi occhi meno minacciosi.
Dopo ore di lettura, Isabella si fermò, esausta. Il drago era silenzioso, immerso nei suoi pensieri. Finalmente, disse: «Forse… forse c'è ancora speranza. Forse non tutti gli umani hanno dimenticato il passato.»
«Possiamo provare a ricostruire il nostro rapporto,» disse Isabella. «Possiamo trovare un modo per vivere in armonia. Prometto che parlerò con mio padre, il re. Gli spiegherò la situazione e lo convincerò a rispettare il patto.»
Il drago accettò di darle una possibilità. Accettò di smettere di distruggere il regno, almeno per il momento. Isabella tornò al castello, stanca ma felice. Parlò con suo padre, raccontandogli la storia del patto e la sua conversazione con il drago. All'inizio, il re fu incredulo, ma vedendo la determinazione negli occhi di sua figlia, decise di ascoltarla.
Insieme, Isabella e il re lavorarono per riparare i danni fatti al territorio del drago. Ripulirono i fiumi, ricostruirono le foreste e offrirono al drago una parte del loro oro, come segno di rispetto. Il drago, vedendo la loro buona fede, decise di fidarsi di loro.
Da quel giorno, il regno e il drago vissero in pace e armonia. Isabella divenne una saggia regina, amata dal suo popolo e rispettata dal drago. La leggenda della principessa che parlò con il drago si diffuse in tutto il mondo, ispirando altri a cercare la pace e la comprensione, anche con le creature più spaventose.
Il sole splendeva alto nel cielo, illuminando il castello e le verdi vallate circostanti. Isabella, in piedi sul balcone, guardava il drago volare sopra le montagne. Sorrise. Aveva imparato che anche le creature più spaventose possono avere un cuore, e che la comunicazione e il rispetto sono le chiavi per la pace.
E così, vissero tutti felici e contenti.