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Intermediate2024-12-21

Rimanere motivati a lungo termine

Alla scoperta di come mantenere la motivazione nel tempo

Rimanere motivati a lungo termine

C’è un mito comune che dice che rimanere motivati è semplice se si ha la giusta passione. Molti pensano che solo le persone molto appassionate possano rimanere motivate nel corso del tempo. Ma non è così. È normale avere alti e bassi nella motivazione. Tutti, anche quelli che sembrano sempre motivati, affrontano momenti di indecisione e fatica. È importante riconoscere che la motivazione non è un sentimento costante. È un processo, e ci sono modi per mantenerla viva.

Sara era una studentessa universitaria di ventidue anni. Era molto appassionata del suo corso di studi, ma negli ultimi mesi si sentiva spenta. All'inizio del nuovo anno accademico, era piena di entusiasmo, ma ora si sentiva affaticata e demotivata. Ogni volta che si sedeva a studiare, la sua mente vagava e trovava mille scuse per non affrontare i libri. Questo è il problema che spesso affrontano gli studenti: l'impatto della routine quotidiana sulla loro motivazione. Nonostante l’amore per ciò che studia, Sara si sentiva persa e frustrata.

Un giorno, dopo una giornata particolarmente difficile, decise di chiamare il suo migliore amico Marco. Marco era sempre stato un supporto per lei, e quella sera non si tirò indietro. Quando Sara gli espose i suoi sentimenti di fatica, Marco ascoltò attentamente. "È normale sentirsi così, Sara,” disse. “Tutti abbiamo momenti in cui ci sentiamo demotivati. La chiave è trovare delle soluzioni per ripartire.”

Sara si sentì confortata dalle parole di Marco. Decisero di incontrarsi all’aria aperta il giorno successivo. Entrambi sapevano che il cambiamento di ambiente avrebbe potuto aiutare. Il giorno dopo, mentre camminavano nel parco, Marco suggerì di impostare degli obiettivi più piccoli e realistici. “Non devi pensare all'esame finale, ma solo allo studio di oggi,” suggerì. “Prova a leggere un capitolo, o anche solo una pagina. Così, il tuo cervello non si sentirà sopraffatto.”

Sara rifletté su questo approccio. Da quel momento, decise di tentare. Invece di programmare otto ore di studio al giorno, iniziò a pianificare solo due ore. Durante queste due ore, si concentrava su ciò che stava studiando, evitando distrazioni. Dopo ogni sessione di studio, si premiava con un piccolo regalo, come un episodio della sua serie preferita o una passeggiata nel parco. Queste piccole ricompense iniziarono a farla sentire meglio.

Anche se le pause sembravano semplici, avevano un grande impatto sulla sua motivazione. Sara capì che non si trattava solo di studiare, ma di prendersi cura di se stessa. Più si dedicava a piccole attività che le piacevano, più si sentiva motivata a tornare ai suoi studi. Marco continuava a sostenerla, e questo la incoraggiava ancora di più.

Durante le settimane successive, Sara riprese il controllo. Scoprì che parlare delle sue difficoltà la aiutava tantissimo. Non si sentiva più sola. Incontrò altri studenti che, come lei, lottavano con la motivazione. Iniziarono a studiare insieme, creando un gruppo di supporto. Gli incontri settimanali con il gruppo divennero il momento migliore della sua settimana. Comunicavano e si motivavano a vicenda. Era bello sapere che non era l'unica a sentirsi così. Mettersi insieme per affrontare il problema la faceva sentire forte e sicura di sé.

Così, Sara trovò non solo un modo per rimanere motivata, ma anche un modo per formare legami forti. La sua esperienza fu una lezione importante: la motivazione può essere fragile, ma ha bisogno di sforzi e sostegno. Con pazienza e perseveranza, si può superare qualsiasi difficoltà. Non è sempre facile, ma con i giusti strumenti è possibile. Ci sono sempre soluzioni ai problemi, anche quando sembrano insormontabili. Sara continuò a frequentare il gruppo di studio e, ogni settimana, il suo entusiasmo cresceva. Marinella, un'altra studentessa del gruppo, era particolarmente brava nei numeri. Spesso, quando Sara si sentiva in difficoltà con la matematica, Marinella le dava una mano. Questo non solo migliorò le sue competenze, ma anche la sua fiducia in se stessa. Sara capì che era importante chiedere aiuto e non affrontare tutto da sola. La comunicazione era fondamentale. Quando le sue emozioni erano condivise, la sua fatica diventava più leggera.

I mesi passavano e, grazie a quanto appreso, Sara iniziò a sviluppare delle routine giornaliere. Ogni mattina, si svegliava e dedicava i primi dieci minuti a una meditazione breve. Questo la aiutava a cominciare la giornata con calma e chiarezza. Dopo la meditazione, annotava i suoi obiettivi del giorno. Scrivere i propri obiettivi, per Sara, creava un senso di responsabilità e direzione. Passo dopo passo, ha trovato il modo di affrontare le sfide con un atteggiamento positivo.

Sara vide il suo lavoro dare frutti. I voti miglioravano e la sua autostima crescevano. Una volta, durante un incontro di gruppo, i membri discussero su come rimanere motivati anche quando i risultati non erano immediati. Sara si rese conto che ogni piccolo progresso era significativo, anche quando non si manifestava subito in un voto alto. Essere grati per i piccoli successi era un altro aspetto che la motivò.

Un giorno, il professore di Sara annunciò un progetto di gruppo. Il cuore di Sara si fermò. Era nervosa al pensiero di dover parlare davanti agli altri. Si sentiva insicura, come prima. Ma subito ricordò le parole di Marco: “Puoi farcela, parla con gli altri. Non sei sola.” Così, insieme ai compagni di gruppo, crearono una presentazione ridotta ma efficace. Sara si sentì supportata e, quando venne il giorno della presentazione, pur con delle paure, parlò con passione riguardo al suo argomento. Alla fine, ricevette un’applauso e si sentì al settimo cielo.

Questo era un altro segno del potere della comunità e dell’aiuto reciproco. La paura che aveva provato inizialmente si trasformò in un momento di gioia e accomplishment. Pochi giorni dopo, in un incontro casuale con Marco, Sara raccontò la sua esperienza. "È stato fantastico!", disse, piena di entusiasmo.

Marco sorrise e rispose: "Lo sapevo! Ricorda che l’auto-sabotaggio è spesso un nemico invisibile. La chiave è il supporto e la fiducia in te stessa. Non è sempre facile, ma non sei sola. Continua così!"

Dopo quel periodo di alti e bassi, Sara si rese conto che la motivazione non era solo una questione di passione o entusiasmo, ma richiedeva anche disciplina e convinzione. Iniziò a impegnarsi non solo nei suoi studi, ma nella vita quotidiana. La sua routine quotidiana ora includeva sport, letture e persino volontariato. Ogni nuova esperienza le dava forza e una nuova prospettiva sulla vita.

Nel termine del semestre accademico, Sara rifletté su quanto fosse cambiata. La sua motivazione era più forte grazie alle esperienze, alle amicizie e all’aiuto ricevuto. Aveva imparato che i momenti di difficoltà erano le opportunità per crescere e migliorarsi. La connessione con gli altri e il supporto reciproco erano state le chiavi del suo successo.

Sara affrontò l’esame finale con più sicurezza e serenità. Qualunque fosse il risultato, sapeva di avere fatto del suo meglio e, cosa più importante, di avere costruito una nuova idea di cosa significasse rimanere motivata.

Quiz

Qual è la principale difficoltà che Sara affronta durante i suoi studi?

Cosa suggerisce Marco a Sara per aiutarla a rimanere motivata?

Qual è uno dei cambiamenti che Sara fa nella sua routine per migliorare la sua motivazione?